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Lobo temporale, sintomi

Le lesioni del lobo temporale, siano essi tumori, malformazioni vascolari, cavernomi o sclerosi temporale mesiale, causano sintomi specifici che possono essere suddivisi in:

  • disturbi dei sensi speciali (vista, udito, olfatto, gusto);
  • percezione del tempo;
  • linguaggio;
  • memoria;
  • emotività e comportamento.

Ogni atto chirurgico eseguito sul lobo temporale deve tener conto di queste funzioni e della loro localizzazione specifica all’interno del tumore, al fine di preservare la qualità di vita del paziente.

Uno dei lobi temporali è generalmente dominante rispetto all’altro. Il lobo temporale dominante ha un ruolo decisivo nelle funzioni del linguaggio, mnestiche, dell’apprendimento e sulla vita emotiva dell’individuo.

Disturbi del linguaggio

Nel lobo temporale, specialmente in quello dominante, vi è un complesso sistema di aree cerebrali e fibre sottocorticali di collegamento che ci permettono di capire ciò che ci viene detto, di formulare i nostri pensieri, di “trovare le parole”, di ripetere, di parlare.

Questo complesso network cerebrale bidirezionale e parallelo può essere danneggiato sia dall’infiltrazione di un tumore, sia da un’emorragia, sia dalla stessa chirurgia.

Se il paziente è indenne prima dell’intervento è fondamentale rimuovere i tumori e le malformazioni vascolari cerebrali potendo mappare le aree del linguaggio. Ciò viene fatto in chirurgia da sveglio con il mappaggio diretto delle funzioni mentre il paziente esegue specifici test.

Il danneggiamento delle aree del linguaggio nel lobo temporale comporta una afasia completa del paziente che non solo non riesce ad esprimersi correttamente, ma che non comprende ciò che gli viene detto e questo ha ripercussioni catastrofiche sulla sua qualità della vita.

Disturbi visivi

Nel lobo temporale decorrono le fibre su cui viaggiano le informazioni visive fino alle aree visive primarie localizzate nel lobo occipitale.

Tali fibre sono indovate nella compagine della sostanza bianca del lobo temporale e fanno parte del tratto genicolo-calcarino.

Il loop di Meyer costituisce la porzione più anteriore di tale fascio di fibre bianche.

Queste fibre possono essere lese da un tumore infiltrante o da una emorragia di una malformazione vascolare.

In alcuni casi possono essere coinvolte nell’epilessia associata a sclerosi temporale mesiale.

Non da ultimo la chirurgia può danneggiarle se la strategia chirurgica non è appropriata e le fibre visive non vengono mappate intraoperatoriamente.

Quando sono lese il paziente ha un disturbo visivo che può andare dalla quadrantopsia superiore omonima (scomparsa di un quadrante dal campo visivo che diventa “nero”), fino alla emianopsia omolaterale omonima (scomparsa di tutto un emicampo).

La perdita di campo visivo ha importanti ripercussioni nella quotidianità del paziente, non da ultima la possibilità di guidare.

Durante le crisi epilettiche del lobo temporale il paziente può sperimentare allucinazioni visive complesse. Una di queste si chiama autoscopia, cioé il paziente “vede se stesso” durante la crisi.

Durante gli interventi chirurgici, mediante il mappaggio diretto della corteccia cerebrale, Penfield fu in grado di indurre il fenomeno della autoscopia definendole “illusioni interpretative”.

Le alterazioni del lobo temporale possono anche distorcere la percezione visiva: gli oggetti osservati possono apparire troppo grandi (macropsia) o troppo piccoli (micropsia).  Alcune allucinazioni visive possono avere anche una componente uditiva.

Sordità corticale

Le lesioni bilaterali dei giri trasversi di Heschl del lobo temporale provocano sordità.

Generalmente si tratta di piccole lesioni di natura vascolare.

Le aree della corteccia cerebrale deputate alla ricezione uditiva si trovano proprio sulla superficie postero-superiore del lobo temporale e profondamente alla Scissura di Silvio (aree di Brodmann 41 e 42).

Nelle lesioni dell’emisfero dominante si può associare anche un disturbo del linguaggio data la vicinanza delle aree deputate alle due funzioni.

Hecaen notò che alcune persone affette da sordità corticale sembrano non accorgersi della loro sordità, in maniera analoga alle persone cieche che si comportano pensando di vederci come nella sindrome di Anton.

Si è sempre creduto che per lesioni unilaterali dei giri di Heschl non ci fossero conseguenze per il paziente.

Si è poi dimostrato che per stimolazioni uditive molto brevi nell’orecchio opposto alla lesione la soglia di stimolazione risulta aumentata e l’orecchio risulta meno efficiente se le condizioni acustiche sono rese difficili.

Inoltre il paziente ha più difficoltà a giudicare l’uguaglianza di suoni presentate a entrambe le orecchie o nel percepire parole e numeri pronunciati velocemente.

Agnosia uditiva

Nelle lesioni delle aree secondarie della corteccia uditiva (area 22 e 31 di Brodmann), la percezione di combinazioni complesse di suoni è altamente compromessa.

Nell’agnosia uditiva infatti le sensazioni uditive non possono essere distinte.

Ciò fa si che suoni diversi come il tintinnio di un campanello, il fruscio di un pezzo di carta, lo scorrere dell’acqua risultino tutti uguali.

Le lesioni del giro temporale medio del lobo temporale dominante possono provocare nei musicisti ad esempio seri problemi per la loro attività professionale.

Sembra pertanto che l’emisfero non dominante sia importante per il riconoscimento dell’armonia e della melodia, mentre l’emisfero dominante sia fondamentale per la denominazione degli spartiti musicali e per tutti gli aspetti simbolici della musica.

Illusioni uditive

In questo caso i suoni e le parole possono essere percepiti come sgradevoli, oppure può sembrare che si ripetano, come in una perseverazione sensoriale.

I pazienti possono riconoscere le illusioni e le allucinazioni per quello che sono, oppure possono essere convinti che le voci siano reali e rispondere ad esse con emozione intensa.

Nell’epilessia del lobo temporale le allucinazioni uditive possono presentarsi isolate o associate ad allucinazioni visive o gustative, a distorsioni visive, a vertigini ed afasia.

Possono inoltre verificarsi allucinazioni basate sul ricordo ed esperienze passate (“allucinazioni esperenziali”).

È da ricordare che allucinazioni uditive elementari o non strutturate (per es. il suono di un’orchestra che sta accordando gli strumenti), così come intere sequenze musicali e canti possono verificarsi in caso di lesioni del ponte, che è parte del tronco dell’encefalo (“allucinosi uditive pontine”).

Disturbi della percezione del tempo

Nelle crisi epilettiche del lobo temporale può sembrare che il tempo si sia fermato o che passi troppo velocemente.

Dopo la crisi il paziente, avendo perso qualsiasi cognizione del tempo, spesso guarda ripetutamente l’orologio.

Olfatto e gusto

Foci epilettogeni localizzati nella parte mediale del lobo temporale (uncus) possono provocare allucinazioni olfattorie, spesso accompagnate da uno stato sognante (“parossismo uncinato”).

Le aree fisiologicamente identificate con la sensazione olfattiva sono la corteccia posteriore orbito-frontale, subcallosa, temporale anteriore e insulare.

Disturbi della memoria e dell’emotività

La porzione limbica e ippocampale del lobo temporale è dedicata alla memoria, all’apprendimento e alla vita emozionale.

Alterazioni a carico del lobo temporale mesiale possono condurre il paziente ad alterazioni importanti in queste sfere (come ad esempio la difficoltà a ritenere nuove informazioni).

«Quando si operano tumori o cavernomi del lobo temporale non si può guardare solo alla lesione tralasciando il cervello che vi è attorno.

Ogni paziente è unico. Ogni paziente ha le sue funzioni localizzate in aree corticali diverse dagli altri.

Queste devono essere accuratamente studiate preoperatoriamente ed eventualmente mappate intraoperatoriamente.

La strategia chirurgica deve rendere conto delle funzioni del lobo temporale e rispettarle»

afferma il Dr Christian Brogna, esperto in tecniche avanzate in chirurgia cerebrale.

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